10.09.19
Automation in art: il concorso, la vittoria e il futuro visti dalla vincitrice Maria Giacobbe
Ha conquistato il giudizio di Philippe Daverio con l’opera “Il superfluo… cosa quanto mai necessaria”: Maria Giacobbe, tra le vincitrici del concorso Automation in art, è tornata dal viaggio premio a Barcellona (Spagna) ed è pronta a raccontare il progetto di Electro IB dal suo punto di vista.
Ha conquistato il giudizio di Philippe Daverio con l’opera “Il superfluo… cosa quanto mai necessaria”: Maria Giacobbe, tra le vincitrici del concorso Automation in art, è tornata dal viaggio premio a Barcellona (Spagna) ed è pronta a raccontare il progetto di Electro IB dal suo punto di vista.
- “Il superfluo… cosa quanto mai necessaria”: parlaci di cosa ti ha ispirata. Cosa ti ha spinta alla tecnica utilizzata e perché hai scelto questo titolo?
La realizzazione dell’opera è nata da una riflessione sulla nostra società e su quanto sia strutturata e veicolata da un meccanismo di compra-vendita, dal consumismo e dal materialismo. Ho identificato successivamente la città come icona di questa condizione contemporanea.
Per quanto riguarda la realizzazione concreta dell’opera, la scelta di tecniche tanto grezze per i pannelli raffiguranti la città è legata al significato negativo di quest’eccessivo progresso, mentre la scelta dei led è dovuta alla rappresentazione dell’ambizione, dell’ottimismo che rappresentano l’altro lato della medaglia dello sviluppo inarrestabile che caratterizza la nostra epoca.
Avendo affrontato il tema dell’ automazione industriale attraverso tesi tanto vicine alla sensibilità illuministica, la mia scelta del titolo è caduta proprio su una citazione di un importantissimo filosofo del tempo, ovvero Voltaire.
- Che “legame” avevi prima del concorso con l’automazione? È cambiato qualcosa?
Prima del concorso avevo un’idea estremamente vaga di cosa fosse l’automazione industriale. A seguito di una approfondita riflessione in fase progettuale ho acquisito una nuova consapevolezza inerente a come davvero funzioni il processo produttivo nella nostra società e mi sono resa conto di quanto dietro ogni singolo oggetto vi sia un sistema estremamente complesso e innovativo.
- Che progetti hai per il futuro? Sono collegati, in qualche modo, al mondo dell’automazione?
I miei progetti per il futuro purtroppo sono ancora vaghi. Essendo giovanissima trovo davvero difficile fare una scelta definitiva. Sicuramente voglio proseguire il mio percorso di studi: spero di riuscire presto a chiarirmi le idee.
- L’esperienza a Barcellona: come è stata? Che opportunità hai colto?
L’esperienza a Barcellona è stata magnifica. È una città coloratissima, in cui si respira tanta allegria; le strade sono piene di vita e vi si coglie immediatamente una grande apertura mentale.
Viaggiare ti fa davvero rendere conto di quanti contesti totalmente differenti dal proprio esistano e se fin adesso l’idea di studiare all’estero mi spaventava molto, dopo questo viaggio l’idea di un Erasmus è un “tarlo” che non credo mi uscirà facilmente dalla testa.
- Un messaggio per i ragazzi che vogliono intraprendere un percorso di studi artistico e un’eventuale carriera in questo ambito?
Non credo sceglierò di lavorare in ambito artistico in futuro. Detto ciò, scegliere un percorso di studi artistico, quindi frequentare l’istituto Maffeo Olivieri, è stata una delle decisioni migliori che io abbia mai preso. Mi ha introdotto, infatti, in un ambiente molto vario e aperto, che mi ha permesso di esprimermi in un momento di grande crescita come l’adolescenza.
Ora che sono al quinto anno e che la fine si sta avvicinando posso solo dire con un po’ di amarezza che questi anni mi resteranno nel cuore e che, anche se non seguirò una carriera artistica, ritaglierò sempre uno spazio per l’arte nella mia quotidianità.