L’automazione industriale diventa arte grazie ai giovani artisti che si sono iscritti numerosi al nostro concorso. Nella fase stART sono stati annunciati i 12 progetti finalisti, selezionati per trasformarsi in opere d’arte. Durante la serata di Gala del 7 giugno, in occasione del 18° compleanno dell’azienda, abbiamo festeggiato la vittoria dei primi tre classificati e consegnato i meritati premi.
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Lo scorso 19 Marzo 2019 una commissione di 12 giurati si è riunita all'Istituto I.I.S. "Tartaglia Olivieri" - Istituto Tecnico e Liceo Artistico - Via G. Oberdan, 12/E, 25128 Brescia; la commissione ha individuato i dodici finalisti che hanno presenziato all'evento dello scorso 7 giugno presso il Museo Mille Miglia. Qui hanno esposto le loro opere, che saranno raffigurate anche sul calendario 2020 dell’azienda.
Tra i dodici soggetti ne sono stati individuati tre che hanno vinto un viaggio di tre giorni in una città d'arte europea.
Nella storica cornice del Museo Mille Miglia a Brescia, lo scorso 7 giugno ha preso vita la serata conclusiva del concorso Automation in Art. Tra grandi ospiti – come il Prof. Philippe Daverio, la vicesindaco di Brescia Laura Castelletti e il comico Vincenzo Regis – ed esperti di arte e comunicazione, abbiamo festeggiato i 18 anni dell’azienda e premiato il talento delle finaliste in gara.
Ecco le tre opere vincitrici del concorso #AUTOMATIONINART:
Il simbolo del consumismo e del materialismo è la città, luogo dove questi sentimenti e queste tendenze sono nati, ma la città è anche luce, poiché tendere al progresso è anche entusiasmo, ottimismo nei confronti delle sorti sociali, è passione ed ambizione e tutto ciò per quanto possa avere conseguenze negative, è necessario all’uomo e al mondo.
Rappresentando gli ingranaggi singolarmente e togliendo loro la funzione pratica, pongo al centro della mia opera il ruolo fondamentale che ha l’uomo nella progettazione e ideazione di nuove macchine e tecnologie. Poiché senza l’intelletto umano questi ingranaggi non avrebbero valore.
L’automazione industriale alla quale la nostra industria è chiamata ad aderire, se vuole continuare ad essere competitiva, obbliga ad un passaggio/trasformazione dell’apparato tecnico/concettuale del modo di produrre. Ragionando prevalentemente su immagini simboliche ho posto al centro del mio lavoro il tema della trasformazione, appunto, (immaginato come scavalcamento di un ostacolo) e il tema della velocità con la quale questa deve avvenire (immagine del Levriero). Nucleo compositivo sono le lettere A. I. (acronimo di Automazione Industriale), visivamente trasformate in un ostacolo da superare. Al di sopra di esse si libra in uno slancio atletico la figura del levriero, evidentemente intento in una competizione. Orizzontalmente la composizione è divisa in due parti ben definite: la zona destra (simbolicamente il passato) ha sullo sfondo una sorta di geroglifico che contiene ideogrammi riconducibili alla vecchia realtà industriale. La zona sinistra (il futuro), presenta invece uno sfondo liscio con un cerchio (sole, perfezione) che incornicia e evidenzia il muso del cane. Il levriero ora è trasformato in un automa meccanico.
Automazione industriale e arte: due temi che la bravura delle 12 ragazze finaliste è riuscita a legare con grande creatività. Ecco le opere presentate al Museo Mille Miglia di Brescia durante la serata di premiazione:
Baruzzi Guendalina con “Motherboard city”
Il mondo è un mosaico di città che viste dall’altro sembrano delle enormi schede madre.
Bertolazzi Anna con “La macchina dei sogni”
L’automazione che sostituisce la forza e l’agire umano.
Ferrari Grace con “Golden Hour”
Esiste un’analogia tra la complessità dell’industria e quella del mondo naturale?
Gabrieli Silvia con “Naturae, homine, artificio”
Metamorfosi, semplificazione e stilizzazione delle forme dei prodotti dell’automazione industriale.
Gelsomini Laura Angela con “Evolution”
Senza l’uomo non esisterebbe la tecnologia, e oggi senza la tecnologia non esisterebbe l’uomo.
Giacobbe Maria con “Il superfluo, cosa quanto mai necessaria”
Il simbolo del consumismo è la città. Ma la città è anche luce, ottimismo e passione.
Mangeri Daphne con “Stairway to progress”
Cinque pannelli per altrettante fasi che rappresentano la scalata verso il progresso: dalla prima rivoluzione industriale fino all’industria 4.0.
Mazza Martina con “Apollo e Dafne”
Dafne si trasforma in un complesso di circuiti, conciliando arte classica e automazione industriale.
Montieri Syria con “Unbreakable bond”
Il legame tra uomo e macchina è indissolubile e dà vita ad un processo automatico.
Radwan Sara con “Human intellect”
Gli ingranaggi, presi singolarmente e tolti dalla loro funzione pratica, pongono al centro l’uomo e l’intelletto umano, senza i quali non avrebbero valore.
Rossi Martina con “The movement”
La danza come metafora dell’automazione industriale: ciò che li unisce è il movimento.
Viola Alessandra con “Il levriero”
L’automazione industriale richiede una trasformazione continua: competizione e velocità sono gli elementi che la caratterizzano.
Oltre alle 12 opere finaliste e alle loro giovani artiste, venerdì 7 giugno il Museo Mille Miglia ha accolto quattro ospiti di eccezione. La serata di premiazione si è arricchita di significato grazie alla loro presenza e all’importante contributo nella scelta delle opere vincitrici.
Electro I.B. ringrazia gli ospiti:
Prof. Philippe Daverio, storico dell’arte, docente, saggista, politico e personaggio televisivo
Laura Castelletti, vicesindaco di Brescia
Vincenzo Regis, comico bresciano
Luca Vitali, playmaker del Basket Brescia Leonessa
Grazie anche a Eleuteria Arena, musicista che ha piacevolmente intrecciato le note della sua musica con le opere d’arte.
Albert Einstein
L’immaginazione è più importante della conoscenza.
La conoscenza è limitata, l’immaginazione abbraccia il mondo, stimolando il progresso, facendo nascere l’evoluzione